Ancora una volta ci risiamo. Assistiamo all'ennesimo periodo di tensioni e guerra nella terra sacra per le tre grandi religioni monoteiste. Si susseguono i raid israeliani nella striscia di Gaza e le risposte a suon di razzi da parte dei miliziani di Hamas. Tutto naturalmente sulla pelle delle due popolazioni. Ma questa é una costante che fin dalla fondazione del moderno Stato di Israele si ripete. Prima i britannici e poi l'Occidente tutto hanno giocato sul destino di questi due popoli.
Perdonate l'excursus ma qui serve un pò di storia, anche se per "sommissimi" capi. Dopo la distruzione di Gerusalemme da parte dei legionari romani al comando del futuro imperatore Tito nel 70 d.C., la Palestina si avviò a diventare più avanti una terra arabo-mussulmana e per secoli fu così. Tra fine '800 e inizio '900 le potenze europee (Francia, Gran Bretagna e Italia) imposero la loro influenza e il loro controllo sulle terre del cadente impero ottomano. Dal 1920 la Palestina fu sottoposta al Mandato britannico, praticamente era sotto il suo protettorato ed in questa fase che durò quasi 30 anni i sudditi di Sua Maestà promisero accordi riguardo a quella regione un pò a tutti, tra cui sia gli ebrei (che iniziarono una forte immigrazione) sia le popolazioni arabe (comunque decisamente più numerose). Dopo vari rimbalzi di responsabilità e decisioni di cui fu protagonista anche l'ONU (la faccio un pò sbrigativa), si pensç ad una possibile ma difficile soluzione che prevedeva due Stati con Gerusalemme sotto il controllo internazionale. Poi dato lo stallo che s'era creato il Consiglio Nazionale Sionista decretò unilateralmente il 15 maggio 1948 la nascita dello Stato d'Israele, mentre la parte araba non fece altrettanto e l'ONU dichiarò la stessa cosa solo il giorno dopo. In realtà c'erano forti spinte in questo senso fin dalla fine della Prima Guerra Mondiale, anche da parte del presidente americano Wilson. Dalla fondazione nel 1948 si sono susseguiti fatti, misfatti, tragedie...in una parola guerre. Contro gli Stati arabi confinanti, all'interno con la componente musulmana che ha preso sempre più una fisionomia identitaria e si é giunti fino ad oggi con uno Stato d'Israele con una più che giustificata sensazione di accerchiamento e il mondo arabo che quando vede la bandiera dello Stato che fu di re David ha un travaso di bile.
Mettendo da parte le teorie del controllo economico-finanziario sul mondo da parte di sette sioniste, credo che l'unico vero colpevole di tutto questo sia l'Occidente, o meglio l'ignoranza e l'assenza di coscienza storica da parte dei suoi governanti. So di toccare una questione molto delicata e un nervo molto sensibile in alcuni (il video qui sopra credo ne sia la prova). Ma più passa il tempo più mi sembra che lo Stato d'Israele non dovesse essere fondato, o almeno non così! L'idea da parte dei potenti di poter ridisegnare a piacimento le cartine politiche del mondo é una follia che da sempre ha portato i popoli a scannarsi come capretti. In questo caso l'emarginazione e le persecuzioni che gli ebrei hanno dovuto subire per mano dei cristiani (soprattutto) e dei musulmani hanno avuto il loro peso, a maggior ragione perché nel '48 si era scoperto da poco l'orrore più indegno perpetuato dall'umanità: l'olocausto. Ma comunque quella era una terra culturalmente e demograficamente musulmana. Non si può pensare di buttare lì le fondamenta di uno Stato senza che vi siano in atto i benché minimi processi storico-sociali a supportarle. Dentro a quei confini disegnati nelle cartine politiche ci sono delle popolazioni, degli uomini e delle donne che per secoli hanno instaurato tra loro e col territorio dei legami che non possono non essere tenuti in conto quando si prendono decisioni di questo tipo. Altrimenti il prezzo da pagare é altissimo.
Imporre e supportare uno Stato di chiara matrice religioso-identitaria come quello d'Israele andando fra l'altro a strappare la terra a chi vi ha abitato e l'ha governata e vissuta per secoli (e che fra l'altro ha una altrettanto forte matrice religioso-identitaria ma diversa) non poteva che portare al dramma della Palestina come lo conosciamo. Dopo più di 60 anni ormai quello stesso Stato d'Israele che é sopravvissuto alla sua stessa stortura originaria e soprattutto ad uno stato di guerra aperta o latente ma comunque costante, ha innescato dei processi storico-sociali incontrovertibili. Oggi non si può pensare di cancellarlo come un brutto schizzo venuto male. Ma partire dalla base per cui é stato una terribile stortura farlo nascere così (unilateralmente, senza una controparte e senza risolvere la questione di Gerusalemme, oltre che sradicando le popolazioni arabe), potrebbe paradossalmente aiutare a tornare a quella iniziale idea di due Stati, uno palestinese ed uno ebraico, con Gerusalemme sotto il controllo internazionale, facendone una sorta di città universale di tutta l'umanità. Un simbolo di speranza proprio là dove l'arroganza e l'idiozia umana hanno creato una delle tragedie più sanguinose della storia.
Led
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