mercoledì 21 novembre 2012

Lo stato d'Israele


   Un'analisi storica per comprendere appieno le tappe che hanno portato alla moderna costituzione (o meglio ricostituzione) dello stato di Israele è più che mai doverosa. Lo studio degli avvenimenti che si sono succeduti in quella fascia di terra che va dalle rive orientali del mediterraneo fino agli odierni paesi arabi del vicino oriente, quali Giordania, Siria e Libano è più che mai necessario per noi occidentali.
   L'Italia, l'Europa stessa, e quindi i suoi cittadini, hanno un humus culturale fondato e maturato nel tempo su basi giudaico-cristiane. Amo far ricordare e quindi far riflettere sul fatto che il nostro Libro Sacro
, la Bibbia, è stato scritto proprio da ebrei e la nostra stessa religione è di origine ebraica come lo è stato Gesù.
   La questione storica tanto complessa del vicino oriente perciò è a noi legata più di quanto non si possa pensare.      
   Tralasciando l'aspetto cristiano vorrei approfondire la storia del popolo ebraico e la sua fervente ricerca della Terra Promessa cristallizzatasi ufficialmente nel 1948 dopo quasi 2000 anni di attesa dall'ultima grande diaspora.

  

   Gli ebrei sono sempre stati un popolo nomade con un fortissimo sentimento religioso. Fu proprio la loro condizione di pastori erranti che ha accresciuto nel tempo questo legame con il divino, un rapporto che è differente da quello descritto da qualsiasi altra religione. L'ebraismo rientra tra le tre grandi religioni monoteiste assieme al cristianesimo e l'islamismo anche se questo termine non descrive precisamente la vera essenza della cultura religiosa ebraica. Si è parlato, soprattutto per i primi periodi della religione ebraica, di "monolatria". Tale termine indica la venerazione di un unico Dio ma non nega l'esistenza di altre divinità mentre il monoteismo la nega completamente. Questa particolare accezione della spiritualità ebraica ne chiarisce un aspetto fondamentale ed unico: il rapporto popolo/Dio il quale caratterizza esclusivamente la religione giudaica. Mentre per essere cristiani, o musulmani, o buddhisti prescinde dall'appartenere ad un popolo, per abbracciare la religione ebraica bisogna essere ebrei. La conversione all'ebraismo è assai complessa e osteggiata fortemente dalla frangia ortodossa. Il rapporto Uomo/Dio è stato sancito da un patto tra Abramo (rappresentante del popolo ebraico) e Jahve il loro Dio. Un accordo tra uomo e Dio quindi che ha esaudito la richiesta di quei pastori nomadi di una terra in cui stanziarsi e civilizzarsi, il passo decisivo per innalzare l'uomo verso la cultura e dargli la possibilità di pianificare il proprio futuro attraverso la stabilità.
   Canaan è chiamata la Terra Promessa nelle scritture e oggi lo stato di Israele occupa gran parte di quel territorio.

 
    Dall'esilio compiuto da Nabucodonosor alla grande diaspora avvenuta sotto l'imperatore Vespasiano il Tempio di Gerusalemme fu distrutto e ricostruito più volte. Ma fu proprio per mano di Roma che la Città Santa cadde in rovina e i suoi abitanti dovettero vagare, scacciati da ogni dove, per quasi 2000 anni. Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano guidò nel 70 d.c. la spedizione che distrusse definitivamente il Tempio il quale fu spogliato dei suoi beni più preziosi, quali il candelabro o la leggendaria arca dell'alleanza.

   Una magnifica testimonianza di tale avvenimento ne da appunto l'Arco di Tito che si può tutt'ora ammirare nel foro romano.
 
Particolare dell'arco di Tito raffigurante la distruzione del Tempio a Gerusalemme, in primo piano legionari romani che portano in in spalla il candelabro, a destra, poco visibile, l'arca dell'alleanza 

   Un episodio che ha segnato per sempre la vita di un popolo, che ha partorito leggende e che, stando ai fatti più recenti, è riuscito a cambiare la cartina politica del nostro pianeta. La situazione attuale per molti ebrei è stata vista come una conquista storica, religiosa oltre che politica. Qui non si parla solamente di rapporti internazionali: dietro la dichiarazione della creazione dello stato di Israele si cela il sentimento profondo di vittoria e affermazione del popolo ebraico il quale ha creduto fermamente nel proprio Dio anche nei momenti più terrificanti. L'olocausto è la pagina più brutta della storia umana perpretato però a coloro che Jahve aveva eletto. Un'ultima orribile prova che la storia ha voluto sottoporre a questo travagliato popolo il quale ha mantenuto sempre viva la speranza di una vita migliore pregando per un futuro radioso.

   Un futuro che però ha scoperto l'altra faccia della medaglia poichè le scelte dell'uomo sono più che mai imperfette. Coloro che hanno subito in maniera negativa l'affermazione storica dello stato di Israele rivendicano, come è loro diritto, la prorpia terra sulla quali ormai vivono da secoli.

 
    Purtroppo l'attualità continua a raccontarci una guerra, quasi ininterrotta, tra Israele e i vicini paesi arabi. Sangue e lacrime sono stati copiosamente versati da entrambe le parti e decidere di schierarsi in questo caso è molto difficile. Siamo in un vicolo cieco poichè Israele non può scomparire come il popolo palestinese non accetta quella che considera una vera e propria invasione. La terra promessa da Dio è stata scelta dall'uomo, l'accordo di Abramo è stato mantenuto da Abramo stesso. Le decisioni dell'uomo anche se per un fine alto rivelano sempre la loro limitatezza. Dalla nostra parte non abbiamo che l'esperienza d'altronde se è vero che historia magistra vitae,    questa ci invita alla conoscenza, all'analisi e ci ricorda di non dimenticare così da poter limare col tempo la stupidità umana e imparare già da ora dagli errori del passato.

 


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