Queste sono le tre notizie principali della giornata di ieri. Ma credo siano anche tre simboli della nostra Italia. Più precisamente il simbolo dei risultati del passato più o meno recente, delle cause di questo stato delle cose e di una possibile risposta e riscossa. Ma andiamo con ordine.
La tragedia dell'Ilva é qualcosa che ritengo davvero dilaniante perché non é altro che lo scontro tra la necessità di lavoro di un'intera area geografica e la salute della stessa popolazione interessata al primo aspetto. Tutta quella zona é avvitata attorno ad una questione dai toni paradossali: quello che é il secondo polo siderurgico d'Europa e la più grande risorsa economica dell'area di Taranto é anche ciò che ne avvelena letteralmente l'aria e l'ambiente. Ossia ciò che la tiene in vita economicamente é anche ciò che ne uccide gli abitanti. Vedere la Fiom e gli altri sindacati incitare gli operai a occupare gli stabilimenti bloccati dalla magistratura perché sono la causa dell'accrescersi delle loro stesse morti per tumore, é uno spettacolo terrificante. Un'intera comunità strepita per mantenere aperta la stessa causa della possibile morte di se stessi e dei propri cari. E' inverosimile. Ma soprattutto lo é rendersi conto che questa realtà si é venuta a creare nel silenzio da parte di tutti: istituzioni, politica e opinione pubblica. E' davvero il simbolo dei nodi irrisolti dell'Italia che ora stanno venendo tutti al pettine. Ma in questa fase é molto più difficile risolverli senza che il conto da pagare sia tutto a nome della popolazione.
E qui entra in gioco il secondo simbolo: il balzello sulle primarie nel PDL. Naturalmente non c'è alcuna connessione diretta tra le due cose. Ma c'è di mezzo lo stesso atteggiamento di quella parte di classe dirigente e dei suoi elettori: l'immobilismo. In un momento così difficile per la politica italiana questo partito non riesce a partorire nulla di serio. A partire dalle dichiarazioni quotidianamente smentite e poi riprese da Berlusconi, per arrivare all'idea di scimmiottare i propri avversari con le primarie quando é evidente che si tratta di un esercizio che ancora non fa parte del suo stesso DNA. Si é parlato di grandi rivoluzioni, di dinosauri dal cilindro, ma alla fine nulla si muove anche ad un passo dal precipizio. Questa incapacità e a volte non volontà (parlo naturalmente delle migliori delle ipotesi) di cambiare ciò che avvelena il futuro del nostro Paese é la principale accusa che imputo a una gran parte della classe dirigente italiana.
Infine c'é per fortuna un simbolo di speranza: le primarie del PD così fortemente partecipate. Sono indice di capacità attrattiva del partito e di voglia di partecipare della gente. Soprattutto questo secondo punto é l'antidoto ai primi due tragici problemi d'Italia. Nel primo e nel secondo caso c'é di mezzo anche l'accontentarsi o il non volersi occupare del destino comune da parte del popolo. Bisogna pretendere di più e per poterlo fare ci si deve muovere e partecipare, interessare e decidere per quel che ci compete. Come anche l'esperienza grillina sta manifestando, il popolo italiano forse si sta riassumendo le sue responsabilità di insieme di CITTADINI e non di consumatori. Perché i secondi vengono convinti, sedotti, indirizzati, mentre i primi si occupano della comunità e contribuiscono a decidere.
Led
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