Forse gli italiani non hanno ben capito la grandezza umana e morale del nostro quasi dimissionario premier e quale occasione ha avuto e può ancora sperare di avere, con un minimo di coscienza, il popolo di questo "bel paese". Mario Monti non ha ancora ufficializzato le sue dimissioni poichè il parlamento deve ancora discutere e votare il decreto sviluppo, il più importante per l'esecutivo, il quale racchiude in pratica tutto il lavoro svolto da questa legislatura in poco più di un anno.
Vorrei perciò ripercorrere brevemente questi tredici mesi all'insegna del coiddetto "montismo".
Il sedici novembre 2011 si insedia il governo (chiamato tecnico erroneamente) del senatore a vita Mario Monti. L'Italia non ha credibilità finanziara, ovvero, non da garanzie ai paesi creditori sulla restituzione del suo debito. Lo spread nel significato specifico che è stato usato in questo periodo indica il differenziale che c'è tra i nostri titoli di stato (BTP) e quelli tedeschi (Bund) presi a modello perchè i più sicuri nella zona euro. Più sale la percentuale di rendimento dei nostri titoli di stato più si allarga la differenza con quelli tedeschi e questo comporta maggiori interessi da pagare sui soldi a noi prestati. Ma chi li paga questi interessi? Nessuno in realtà ma gravano su tutto il paese. Gli interessi dei titoli di Stato italiani si poggiano come una ferita insanabile sul nostro già spregevole debito pubblico.
Ecco, al termine del precedente governo Berlusconi lo spread aveva toccato quota 5,7 punti percentuali (570 punti base), nel corso della legislatura fino ad una settimana fa questo era sceso sotto il 3% ma alla sola dichiarazione del cavaliere della sua nuova ed ennesima discesa in campo già ci troviamo a quota 370 punti base.
Tutte le più alte personalità esponenti dell'unione europea scongiurano sia per ragioni economiche che per ragioni politico-sociali anche la sola partecepizazione di Berlusconi alle prossime elezioni. Le ripercussioni potrebbero veramente essere irreversibilmente negative.
Assodato gli effetti disastrosi sia delle dimissioni di Mario Monti sia dell'esistenza di un Berlusconi politico capiamo perchè, invece, il lavoro di questo esecutivo guidato dal professore sia indispensabile per il paese.
Abbiamo visto che dal punto di vista economico l'Italia ha ripreso la credibilità, il che ha incrementato anche l'investimento di capitali nella penisola (di alcune settimane fa è l'accordo con gli arabi del Qatar disposti ad investire fino a due miliardi sul settore dell'alta moda made in Italy). A livello politico, nel senso becero del termine, il governo Monti evita lo scontro e procede con passo veloce verso riforme serie e utili al paese. lotta all'evasione, riforma del lavoro, concorsi pubblici, spending rewiev, tagli agli scpechi e anto altro. Purtroppo la pressione fiscale eccessivamente invadente ha fatto in modo che gli italiani odiassero Monti quando in realtà la causa delle nuove imposte, dell'aumento dell'IVA o dell'introduzione delll'IMU è solamente imputabile al pressapochismo e alla furba incompetenza dei precedenti governi Berlusconi che con promesse impossibili ha creato un buco nero nell'entrate dell'erario.
Un tasto dolente di questo esecutivo e per me l'unico vero e non perdonabile errore è quello che riguarda gli esodati, ovvero coloro che si trovano in un vero e prorpio limbo senza retribuzione tra lavoro e pensione.
Il governo Monti, però, ha avuto il coraggio di sbagliare, ha portato avanti riforme coraggiose e importanti per il paese che rischiano di non essere portate a termine se il PDL lo sfiducia ancora una volta in parlamento sul decreto sviluppo. Questo esecutivo ha avuto il coraggio di affrontare i problemi e il rischio dell'impopolarità ma alla fine si è dimostrato più che popolare: un governo di coesione e responsabilità nazionale. Questo esecutivo non ha usato la solita demagogia dei partiti: non ha promesso nulla, ha fatto molto: ha fatto molto di più in un anno il governo Monti che in venti anni i governi della seconda repubblica.
Monti ha ristabilito, soprattutto, il prestigio morale dell'Italia che era stato completamente distrutto dal ventennio berlusconiano. Il circo creato da Berlusconi in questo passato recente è stata l'espressione più alta di dissolutezza e di morbosa perseveranza nei vizi che l'Italia abbia mai conosciuto. Nani, saltimbanchi, puttane e menomati erano gli esponenti del "Berlusconi Circus" e lui era il capocomico della compagnia.
Questa situazione non può e non deve ripetersi.
Mario Monti è un professore, è un uomo di cultura e di scienza, attento alla diplomazia e al prestigio sociale e culturale del suo paese; non a caso è una delle personalità più influenti dell'intero pianeta, rispettato dai capi di stato esteri e ascoltato seriamente nel momento in cui espone giudizi o pensieri in materia economica. La sua decisione di dimettersi non è del tutto formalizzata e comunque non credo che ci sarà la classica smentita che siamo abituati a mangiare, le persone con un briciolo di amor proprio mantengono ciò che dicono.
La rappresentanza politica è chiamata tale perchè rappresenta il paese, cioè rispecchia l'italiano all'estero, parla per i suoi cittadini e legifera in favore di esso; questa è la base della nostra democrazia e della nostra libertà.
Prevalga, dunque, il buonsenso e la serietà nella scelta dei nostri rappresentanti.
System
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